Profumo e magia (parte 3)

Erbe delle Streghe

E mentre nell’antico Egitto, per i Greci e per i Romani il lato più profano ed edonistico del profumo conviveva in armonia con il lato sacro e mistico, durante il Medioevo il profumo, come strumento di seduzione, cominciò ad essere guardato sempre più con sospetto, soprattutto dalla Chiesa. Le donne che ne facevano uso o, peggio ancora, che conoscevano l’utilizzo delle erbe e delle essenze iniziarono ad essere bollate come streghe, che ammaliavano l’uomo con l’inganno o che utilizzavano tali unguenti per servire il Demonio. La situazione precipitò nel periodo dell’Inquisizione e portò alla drammatica morte di circa 50.000 persone in Europa, soprattutto donne.

Dal Medioevo all’inquisizione: il profumo come strumento del demonio

Le donne medicina, le medichesse, le erbarie in realtà avevano un profondo bagaglio culturale sulle proprietà terapeutiche e cosmetiche delle piante e le utilizzavano principalmente per aiutare le altre donne ed in generale chiunque avesse bisogno. Ovviamente questo tipo di medicina era intriso di magia popolare, per cui si attribuivano poteri sovrannaturali alle erbe, ma comunque di natura benefica e come strumenti di aiuto. Alcune erbe furono addirittura catalogate come “erbe delle streghe” e le supposte proprietà magiche sono giunte a noi proprio attraverso trattati sulla stregoneria dell’epoca. Ciò che ci è pervenuto è quindi frutto di credenze altamente misogine figlie dell’epoca.

Erbe delle Streghe

Lo Stramonio

Lo Stramonio o Datura ha una lunga e ancestrale storia di utilizzo rituale in moltissime civiltà del passato. Ne facevano un utilizzo sciamanico e divinatorio gli Aztechi, tra le varie piante e animali enteogenici utilizzati. Se ne trova testimonianza nelle rappresentazioni su murales, vasi e altri oggetti e si parla dello stramonio nel manoscritto “Libellus de Medicinalibus Indorum Herbis” del 1552 scritto da due farmacisti aztechi. La Datura veniva utilizzata nella medicina popolare in epoca medievale come narcotico ed anestetico ma, a causa della sua tossicità e dei suoi effetti psicotropi, venne anche considerata un’erba maledetta e per questo legata a storie e leggende di maghi (presente nelle pozioni somministrate da Circe ad Ulisse e ai suoi compagni nell’Odissea), avvelenatori (è il veleno assunto da Romeo e Giulietta), possessioni demoniache, casi di licantropia. Lo Stramonio era definito erba del diavolo o delle streghe insieme alla Belladonna, alla Mandragora e al Giusquiamo. Si pensava, infatti, che venisse utilizzato durante i sabba proprio dalle streghe per poter comunicare con il demonio o richiamare esseri infernali. La Datura viene citata nel “Malleus Maleficarum” del 1486 e nel “Compendium maleficarum” del 1608.

Lo Stramonio ha un profumo sottile, delicato e ammaliante, nonostante sia una pianta dagli effetti estremamente potenti e tossici ed è stata probabilmente questa sua doppia natura ed i suoi utilizzi rituali a generare questo alone di mistero e racconti leggendari.

In realtà, però, la Datura non è un’erba maledetta e non ha alcun potere magico, le sue proprietà sono dovute ad un’alta presenza di alcaloidi tra cui la scopolamina, responsabile delle allucinazioni e della forte eccitazione, nonché in alte dosi, di paralisi e coma e dell’atropina, che causa sonnolenza, confusione mentale, delirio, disorientamento e a sua volta allucinazioni. 

La Belladonna

Un’altra “erba delle streghe” è l’Atropa Belladonna il cui nome “Atropa” deriva da una delle Moire greche, Atropo appunto, che era colei che recideva il filo della vita, nome scelto proprio per la potenziale mortalità dell’assunzione della pianta. La Belladonna veniva utilizzata dagli antichi Romani come veleno: imbevevano le punte delle frecce con il suo estratto per aumentarne la letalità.

Il nome “Belladonna” deriva, invece, dall’utilizzo cosmetico che ne facevano le donne durante il Rinascimento per dilatare le pupille ed avere quindi uno sguardo più profondo e attraente. Questa usanza era tuttavia molto pericolosa poichè poteva causare avvelenamento, problemi respiratori, delirio e la cecità.

La Belladonna si ritrova tra le piante citate nei processi alle streghe, soprattutto per la sua presunta proprietà di riuscire a far volare.

Un testo di Francis Bacon recita:

“ Si dice che l’unguento usato dalle streghe sia fatto con succo di atropa, latuca virosa e potentilla, mescolate con farina e grasso. Io però penso che siano medicinali soporiferi, con cui si preparano questi unguenti .” Ed era proprio così, la Belladonna induce un sonno allucinato che poteva imprimere nella coscienza alterata la sensazione di volare.

La Belladonna, come la Datura, è una pianta alcaloidea il cui principio attivo principale è l’atropina responsabile della midriasi (dilatazione della pupilla), paralisi, allucinazioni, amnesia, tachicardia, in alte dosi paralisi letale del sistema nervoso centrale. Ha molteplici utilizzi medici, anche in ambito oftalmico per la midriasi e come antidoto per vari avvelenamenti ad esempio da muscarina (Amanita Muscaria), utilizzando ovviamente le giuste dosi, dosaggi sbagliati possono essere letali.

Il profumo oggi

Nei vari secoli il profumo ha assunto significati magici di protezione, purificazione, connessione e tramite con la divinità, portale verso altre dimensioni, strumento di seduzione e fascinazione. Dal quattordicesimo secolo i profumi si intersecano con le ricerche degli alchimisti fino a divenire elisir di lunga vita. Furono gli alchimisti ad affinare metodi sempre più efficaci per estrarre gli oli essenziali dalle piante e a riportare in occidente l’arte della distillazione e di conseguenza l’utilizzo dell’alcol. Da qui in poi si iniziano a formulare “acque miracolose” come l’acqua della Regina d’Ungheria: un’acqua distillata al rosmarino arricchita da lavanda che si dice mantenesse la regina Isabella d’Ungheria così giovane e bella da attirare uomini 50 anni più giovani di lei, ricevuta in dono proprio da un alchimista. Questa leggenda testimonia come nelle corti il profumo conservasse un alone magico.

Dal 900 in poi questa magia, soprattutto in occidente perché in oriente e in determinate popolazioni legate alla natura rimane, si è sempre più andata a perdere. Il profumo è divenuto un normale oggetto di consumo, facilmente reperibile, relegato a semplice strumento di cosmetica. Le materie naturali inoltre, spesso care e rare, sono state in gran parte sostituite da molecole di sintesi ed i processi di realizzazione artigianali sono stati rimpiazzati da processi industriali.

Ma le essenze continuano ad avere grandi poteri, soprattutto se naturali, poteri forse non magici ma indubbiamente capaci di alterare le nostre percezioni, creare atmosfere, evocare ricordi e, per quanto riguarda gli oli essenziali, anche agire fisiologicamente sul nostro corpo.

A tal proposito io per le mie creazioni utilizzo principalmente essenze naturali, polveri, resine ed oli essenziali che possano trasmettere al profumo le loro proprietà ed infine in ogni fragranza inserisco sempre… Qualche goccia di magia.