Profumo e magia (parte 2)

L’arte della seduzione venne utilizzata anche come uno strumento di potere, in particolare da una figura storica femminile che fece del Profumo una delle sue armi più potenti.

Nell’Antico Egitto quasi tutte le circostanze erano accompagnate dal profumo ed i profumi avevano una doppia funzione: erano un elemento fondamentale nei rituali religiosi e nei processi di imbalsamazione, ma avevano anche una natura edonistica legata alla cura del corpo, all’igiene personale e… Alla seduzione, quest’ultima intesa come una vera e propria magia per affascinare ed incantare. L’arte della seduzione venne utilizzata anche come uno strumento di potere, in particolare da una figura storica femminile che fece del Profumo una delle sue armi più potenti.

L’antico Egitto e il Kyphi

Il profumo è legato indissolubilmente alla civiltà egizia, era ritenuto l’intermediario tra l’uomo e gli dei ed era presente in tutti i rituali: purificava, curava, accompagnava le cerimonie sacre, permetteva il contatto con le divinità, era addirittura considerato l’essudato degli dei. Venivano offerti incensi ed essenze come dono alle divinità e le fumigazioni venivano utilizzate per accompagnare i defunti nell’aldilà. Resine, oli e unguenti erano usati durante le imbalsamazioni per trattare i corpi e i bendaggi dei defunti. Gli antichi Egizi avevano addirittura un dio del profumo: Nefertum, associato al fiore di loto, fiore considerato una fonte di profumo benefico e protettivo.

Gli Egizi bruciavano singolarmente le varie essenze e resine ma crearono anche delle miscele e quindi dei veri e propri profumi. La miscela più importante dei laboratori egizi era il Kyphi che veniva esportato in tutto il mondo antico. Sono state ritrovate iscrizioni presso la “Stanza del laboratorio” del tempio di Horus a Edfou che descrivono la preparazione del Kyphi e le materie utilizzate. Altre formule del Kyphi sono riportate nel papiro di Eber e nell’opera “Iside e Osiride” di Plutarco. Alcune formule riportano 60 diverse essenze, Plutarco ne elenca 16 tra cui il miele, il vino, l’uva passa, la mirra e il ginepro.

La sua preparazione durava mesi ed era accompagnata da preghiere e rituali.

Plutarco parla anche delle proprietà del Kyphi:“Il Kyphi ha il potere di cullare gli uomini nel sonno, di provocare sogni gradevoli e di allontanare le preoccupazioni quotidiane. Colui che la sera farà una fumigazione di Kyphi avrà sicuramente pace e tranquillità.”

Il Kyphi era utilizzato come incenso ma anche sotto forma di unguento da parte dei faraoni per aumentare il proprio fascino e migliorare la propria vita sessuale. Veniva applicato sui capelli e nelle parti intime. E questo è un punto molto importante perché è la prima volta della storia in cui si utilizza il profumo a fini profani ed edonistici.

Se volete sentire una riproduzione del Kyphi che ho realizzato secondo le formule originali che ci sono arrivate e seguendo le antiche tecniche dell’epoca, potete trovarlo presso il mio Atelier del Profumo a Prato.

I Profumi come strumento di seduzione e potere

Per trattare la magia della seduzione proviamo a fare un viaggio lontanissimo nel tempo con l’immaginazione.

Siete a Tarso ed è il 41  a.C. in Cilicia. Vi trovate sulle sponde del fiume Cidno, sta arrivando la sera, la luce diviene crepuscolare, l’aria più fresca. Guardate il fiume in attesa:

state aspettando di incontrare la regina d’Egitto, Cleopatra. Improvvisamente una folata di brezza vespertina arreca un inebriante  profumo di rosa.

Dal fiume compare un’imbarcazione sontuosa dotata di una poppa tutta d’oro e vele porpora che emanano il seducente profumo di rosa che sta inebriando l’aria. La preziosa imbarcazione è sospinta da rematori con remi in argento i cui movimenti sono accompagnati da una musica soave di flauti e cetre, nell’aria si espande anche profumo di incenso che si mescola alla rosa. Sulla nave compaiono ancelle in vesti di Nereidi che sembrano sirene e poi Lei… la bellissima Cleopatra vestita come Afrodite, il cui arrivo è stato annunciato dal profumo di rosa.

Questo fu l’incontro raccontato da Plutarco e poi da Shakespeare che avvenne tra Antonio e Cleopatra.

Cleopatra era una grande amante e conoscitrice dei profumi e gli utilizzò come una magia per ammaliare prima Giulio Cesare e poi Marco Antonio al fine di poter mantenere il proprio potere sull’Egitto e salvare il suo popolo. Il profumo diviene quindi uno strumento di seduzione e potere, un incanto che inebria, al quale non ci si può sottrarre.  Questo Cleopatra lo comprese molto bene, tanto che scrisse addirittura un trattato di cosmetica, medicina e profumeria: il Kosmeticon.  

Dopo l’antico Egitto, anche in Grecia e nell’antica Roma il profumo venne utilizzato come una vera e propria arma per sedurre e per ammaliare, una pozione d’amore da cospargere addosso sotto forma di unguento o olio, uno strumento per le più sfrenate forme di edonismo e un mezzo per sorprendere e sedurre i propri ospiti o commensali durante feste e banchetti.